International Baccalaureate (IB) o no? L’esperienza di uno studente nel 2020
L’esperienza di Lorenzo Garbarino che l’ha completato nel 2020.
Solo nel nostro paese, ci sono decine di diplomi che si possono ottenere attraverso un percorso di scuola superiore di secondo grado, figuriamoci nel mondo intero.
Eppure, ce n’è uno in particolare che non passa inosservato in nessuna parte del globo: l’International Baccalaureate Diploma, noto più comunemente come IB e per il nostro MIUR come Baccelierato Internazionale.
L’IB Diploma è un programma biennale, che copre gli ultimi due anni del liceo ed è offerto in quasi centocinquanta paesi e oltre tremila scuole.
Al di là dei numeri, il corso è reso unico dalla sua costruzione multidisciplinare, che spazia dalle lingue alla matematica, dalle scienze sociali all’arte.
Infatti, lo studente deve scegliere sei materie da sei gruppi diversi; tre di queste materie verranno studiate a higher level, ovvero con più ore di insegnamento e un maggiore approfondimento, mentre le altre tre a standard level.
Ci sono alcuni vincoli, come l’obbligo di studiare la propria lingua madre, una lingua straniera e la matematica, seppur con la scelta per quest’ultima di livelli diversificati, ma per il resto lo studente può costruirsi il diploma in base ai propri interessi ed alle proprie inclinazioni personali.
Oltre alle sei materie, ogni studente IB è tenuto a seguire un corso di Theory of Knowledge (noto con l’acronimo TOK, la branca della filosofia che chiameremmo gnoseologia) e a completare una serie di attività in ambito sportivo, creativo e del volontariato, componente chiamata CAS (acronimo di Creatività, Attività, Servizio).
Questo perché l’IB è stato creato non soltanto per accrescere le capacità accademiche degli studenti, ma anche per prepararli ad essere cittadini attivi e consapevoli.
Infine, per l’ottenimento del diploma è necessario scrivere un saggio di quattromila parole, l’Extended Essay (noto come EE), su un argomento a scelta.
È utile quindi vedere l’IB come una serie di cerchi concentrici: all’interno c’è il “core”, ovvero il nocciolo, composto da TOK, EE e CAS, mentre all’esterno ci sono le sei materie scelte dallo studente.
Nella mia esperienza personale con l’IB, tutte queste parti, che all’inizio possono sembrare confuse, si mescolano in maniera fluida e continua.
Le sei materie trovano spesso connessioni l’una con l’altra, come evidentemente la matematica con la fisica, ma anche nessi meno apparenti, come fra l’economia e la biologia, o la letteratura e la psicologia.
Inoltre, i vari argomenti vengono collegati frequentemente con la componente TOK, per spingere a domandarsi in che modo si possa raggiungere la conoscenza in un dato campo del sapere.
L’EE offre invece è un’opportunità estremamente utile per apprendere come deve essere scritto un saggio accademico formale, competenza vitale in quasi tutte le materie IB.
Tuttavia, come già menzionato, l’IB va ben oltre la sola sfera accademica.
Durante le mie ore di CAS, ho avuto la possibilità di provare attività diverse e spingermi oltre i miei soliti interessi, per scoprirne di nuovi e conoscere studenti con cui altrimenti non avrei legato.
Anche durante le vere e proprie lezioni, non è raro che i professori usino parte del tempo per discutere di argomenti di attualità e dare spunti di riflessioni agli studenti, che diventano quindi parte attiva dell’apprendimento.
È stato questo stesso coinvolgimento che, nel mio caso, ha reso prezioso il percorso IB.
Mi sono sempre sentito parte della lezione, mai uno spettatore esterno o solo un ascoltatore.
Così, rendendo mio ciò che imparavo, ho potuto trarne insegnamenti e capirne il significato in un contesto molto più ampio della sola scuola.
Quindi, per tutti coloro che amano apprendere, nel senso latino della parola, l’IB è la scelta da fare.
Lorenzo Garbarino
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